Mi sembra che tra tutti gli studiosi della recente arte cretese, Jikia ha mostrato nei suoi disegni non il lato esterno, ma il mondo interiore dei minoici, le loro idee sul mondo che li circonda, quello religioso in primo luogo. Riuscì a immergersi nel misterioso mondo di un'epoca passata, una civiltà dimenticata e mostrarla non in modo tradizionale, ma con una visione artistica originale.
Questi disegni furono realizzati da un uomo che, con il potere della sua anima, si avvicinò agli artisti dell'antichità, immerso nel mondo delle loro idee sulla bellezza, sulla vita, riflettendo le loro paure del mondo che non capivano. Jikia restituì i colori minoici alle figure sbiadite, restituì loro il loro primo colore, ce lo portò dopo 3.5mila anni. O i dipinti di svomi dicevano: "Gente, vivevamo allora, vedete, ricordatevi di voi da tanto tempo! La vita è passata, ma continua ... La vita è mortalmente dura, ma è bellissima.
Vladimir Alekseevich Lagutin