Descrizione del quadro «Ramo Di Mandorlo In Fiore»
Vincent visse a Parigi con Theo per esattamente due anni. Il 20 febbraio 1886, venne da suo fratello da Anversa e il 20 febbraio 1888 scese dal treno ad Arles. In effetti, Van Gogh sognava appassionatamente di viaggiare nella Terra del Sol Levante a causa della sua passione per l'arte giapponese, in particolare la pittura. Ma per un povero artista che viveva sotto la cura di suo fratello minore, un viaggio del genere proveniva dal regno della fantasia, quindi Vincent andò ad Arles, immaginando che sarebbe andato in Giappone.
Quando Van Gogh scese dal treno ad Arles e vide che l'intera città era coperta di neve, la sua gioia non conosceva limiti. Tale clima, tra l'altro, era una rarità rara per una piccola città del sud. Alcune persone potrebbero vivere qui per tutta la vita senza mai vedere la neve. Ma Vincent è stato fortunato: Arles coperto di neve è stato il miglior abbinamento per le sue fantasie giapponesi. La cosa più sorprendente è che allo stesso tempo gli alberi hanno iniziato a fiorire qui, principalmente mandorle. E di nuovo, l'artista non ha potuto tracciare parallelismi con il Giappone, perché i rami spogli degli alberi, coperti di delicati, ariosi fiori rosa e bianchi, sembravano così tanto sakura in fiore.
Non è affatto sorprendente che l'immagine
"Un ramo di mandorle in fiore" si è rivelato così "giapponese". Vincent usa colori chiari e luminosi, appiattisce l'immagine, disegnando in modo molto condizionale le ombre. Ma allo stesso tempo, con l'aiuto di tratti piuttosto ruvidi, crea un'inconfondibile sensazione di calore del primo sole primaverile. Nei prossimi giorni, Van Gogh dipingerà altri 14 dipinti con alberi da frutto in fiore: i paesaggi innevati fuori dalle finestre dell'hotel in cui si stabilì ad Arles nei primi giorni lasciarono rapidamente il posto alla primavera (
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10). Ma un modesto ramoscello di mandorle in un vetro ruvido dalle pareti spesse rimarrà ancora un incantesimo nella sua semplicità simbolo del risveglio della natura dopo il letargo.
Autore: Evgeny Sidelnikov