Descrizione del quadro «La colonna spezzata»
Il dolore, che Frida Kahlo è stata costretta a condividere con il proprio corpo per tutta la vita, sembra riflettersi in modo assoluto in questo quadro. Nel 1944, la salute dell'artista peggiorò gravemente. A causa della sua colonna vertebrale danneggiata (a causa dell'incidente dell'autobus che ha colpito l'intera vita e il lavoro di Frida), ha dovuto indossare un corsetto d'acciaio per cinque mesi. Divenne una vera tortura, Frida fu privata della possibilità di muoversi normalmente, di lavorare e persino di respirare. Ma anche in questo stato ha trovato la forza di dipingere.
La colonna spezzata è in netto contrasto con la maggior parte degli autoritratti di Kahlo. Contiene no
fiori tra i capelli alti, né
ricca vegetazione sullo sfondo, né
scimmie e
pappagalli che lei adorava. Solo una figura in piedi nel mezzo di un deserto nudo sotto un cielo tempestoso, quasi nuda, vulnerabile e indifesa, personificazione della solitudine e del dolore, il cui fardello è diventato insopportabile per una persona fragile. Buchi spazi vuoti nel terreno seguono la linea di frattura nel corpo di Frida, in cui è visibile la colonna ionica fatiscente. Tutta questa fragile costruzione è tenuta insieme solo dal corsetto, che sembra essere tessuto di bende senza peso, e non assemblato da soffocanti bordi di metallo.
È difficile da credere, ma Frida ha reagito con il suo umorismo intrinseco anche a questo quadro profondamente tragico. L'artista vi nascondeva un messaggio segreto che dava speranza: in ognuna delle sue pupille c'è una minuscola colomba bianca, simbolo di pace.
La colonna spezzata è stata l'ispirazione per Jean-Paul Gaultier, che ha disegnato i costumi per Il quinto elemento. L'abito a strisce di tessuto bianco è il primo costume per Leelu, l'eroina di Milla Jovovich. Nel 1998 Gaultier ha dedicato a Frida un'intera collezione di moda, combinando due immagini dell'artista: quella folk messicana e quella europeizzata appartenente al Nuovo Mondo. Inoltre, The Broken Column è apparso su un francobollo in Costa d'Avorio nel 2013.
Scritto da Yevgheniia Sidelnikova