Il cavaliere blu, un piccolo dipinto se confrontato con le tele monumentali successive dell'artista, è stato dipinto da Kandinsky all'inizio della sua carriera. Possiamo dire che questo lavoro è uno dei più importanti e iconici non solo per il primo periodo del lavoro di Kandinsky, ma anche per l'intera sua opera. Dopotutto, è stata questa tela a dare il nome all'associazione creativa creata nel 1911 da Wassily Kandinsky e
Franz Marc. Essendo esistito solo per tre anni,
il gruppo Blue Rider riesce a capovolgere le tradizioni pittoriche tedesche e lasciare il posto a forme d'arte fondamentalmente nuove.
Wassily Kandinsky non ha mai dichiarato che l'associazione prende il nome dal suo dipinto. L'artista ha ammesso solo una volta che il nome era un omaggio a entrambi i fondatori: “A entrambi è piaciuto il colore blu. Mi piacevano i cavalieri ea Marc piacevano i cavalli ". In effetti, i cavalieri sono diventati soggetti dei suoi dipinti (
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2,
3,
4) tutte le volte che Franz Marc raffigurava cavalli blu (
1,
2,
3). Per il bene di questi soggetti, Kandinsky, anche dopo aver aderito all'astrazione, è tornato di volta in volta alla pittura figurativa, ad esempio, nel 1915, ha raffigurato
Giorgio il Vittorioso a cavallo.
Il dipinto Blue Rider è diventato la prima opera d'arte dell'artista, raffigurante un uomo a cavallo. Sebbene sia stato dipinto molto prima del rifiuto di Kandinsky della pittura figurativa, alcuni critici d'arte vedono già in esso i prerequisiti per lo stile futuro dell'artista. Il cavaliere vestito di blu, che cavalca attraverso il prato verde, è raffigurato come se fosse distratto, la sua figura sfocata e il suo viso non consentono di indovinare né il suo sesso né l'età. La sfocatura dei contorni della persona, insieme allo sfondo sfocato, crea una sensazione di movimento veloce e impetuoso, non lasciando dubbi sul fatto che il ciclista si sta precipitando verso il suo obiettivo invisibile a tutta velocità. Alcuni ricercatori hanno proposto una versione secondo cui la persona tiene in braccio un bambino. Seguendo questa teoria, si può immaginare un'intera storia affascinante, romantica o tragica, nascosta dietro la tela.
Scritto da Yevgheniia Sidelnikova